Esposta al Museo Nazionale Romano

Roma, 20 dic. (askanews) – Il Museo Nazionale Romano presenta la scultura di Diego Perrone dal titolo La notte all’indietro pesa allestita nelle sale del Museo della Crypta Balbi, realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (III edizione, 2018), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il progetto di Diego Perrone ‘La notte all’indietro pesa’ è stato presentato nella primavera del 2019 al Bullseye Projects di Portland nell’Oregon, nel 2020 a Roma al Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo, allora diretto dalla dott.ssa Daniela Porro, oggi Soprintendente della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, per proseguire nel corso del 2020 all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles a gennaio, al Kunst Museum a febbraio per approdare oggi al Museo Nazionale Romano Crypta Balbi diretto dal Prof. Stéphane Verger.

“Il progetto di Diego Perrone confluisce presso la sede museale della Crypta Balbi dove il percorso di rinnovamento intrapreso dal Museo, quello della massima accessibilità e inclusione attraverso progetti miranti alla realizzazione di spazi culturali d’incontro, dialogo e riflessione, trova le maggiori potenzialità – dichiara il Direttore del Museo Nazionale Romano Prof. Stéphane Verger – Possibilità connesse alla valorizzazione del complesso storico stratificato, come polo di attrazione aperto alla città e alla comunità tutta, in grado di creare un forte senso di appartenenza che, dalle testimonianze antiche alle “contaminazioni” contemporanee, coinvolga le nuove generazioni per diventare strumento di sviluppo della creatività e della cultura”.

“La notte all’indietro pesa è una scultura di pasta di vetro – spiega Diego Perrone – pensata come un insieme di forme e soggetti stratificati su un unico volume. Nella parte a bassorilievo emerge il profilo di un volto raffigurato da una prospettiva inusuale, quasi a volo di uccello, che conferisce uno sbilanciamento all’indietro: una specie di fluttuazione nello spazio, come in assenza di gravità. Nella parte centrale ho modellato a rilievo due mani nell’atto di mostrare due orologi da polso. Il colore blu opaco del vetro è servito per evidenziare naso e occhi della faccia e prolungandolo poi in mezzo alle due mani con gli orologi ha evocato un terzo soggetto molto simile ad una civetta”.

E sulla particolare realizzazione dell’opera l’artista aggiunge: “La tecnica che uso si chiama pâte de verre, letteralmente “pasta di vetro” e consiste in una fusione a cera persa del vetro in uno stampo di gesso refrattario. Ho cercato di portare alle estreme conseguenze tecnica e materiale rimanendo sul filo tra il fattibile e la potenza visiva che immaginavo. Queste sculture sono sovradimensionate per essere di vetro e devono rimanere in forno a raffreddarsi almeno cinque settimane e il mescolarsi poi di tipologie di vetri opachi e trasparenti allunga maggiormente i tempi di realizzazione. Quando sono finite sembrano blocchi di minerali scolpiti con colori innaturali e la persistenza dei vetri opachi ne accentua la matericità e la fisicità. La loro caratteristica principale è che sono bassorilievi, ma essendo costituiti di materia trasparente colorata, la prima cosa che avverto guardandole sono le macchie di colore. Questo fa sì che si generi un’ambiguità tra la massa scultorea e l’immagine che è per sua natura bidimensionale”.

Il progetto è stato proposto e curato dagli Architetti Pio Baldi e Mauro Marzullo nell’ambito della collaborazione tra la Pontificia Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon e il Museo Nazionale Romano.

continua a leggere sul sito di riferimento