“Il Festival di Amadeus è vero, mi voglio mettere in gioco”

Milano, 25 gen. (askanews) – Uno scricciolo, con tante cose da dire e la musica nel cuore, Ariete, cantautrice tra le artiste di riferimento per la generazione Z, parteciperà alla 73esima edizione del Festival di Sanremo (7 – 11 febbraio 2023) per la prima volta con il brano “Mare di guai”.

La canzone, scritta da Ariete, vede anche la speciale partecipazione di Calcutta, game-changer del cantautorato italiano che ha contribuito alla scrittura del testo assieme ad Ariete. La produzione è di Dardust, alias Dario Faini, musicista, autore e producer multiplatino pioniere della musica classica alternativa. “Ci siamo chiusi in studio per ore e non usciva nulla, poi ho pensato di riprendere una canzone che avevo iniziato a scrivere, abbiamo iniziato a lavorarci e ha funzionato. Calcutta ha aggiunto la seconda strofa, abbiamo messo a punto gli arrangiamente ed abbiamo capito che era quella giusta. È una canzone introspettiva ma anche molto razionale, in cui parlo tanto di me” racconta di Ariete, nome d’arte di Arianna Del Giaccio, classe 2002.

Si è imposta nel panorama musicale italiano con la sua impronta malinconica e uno stile unico e personale. “Mare di guai” è un brano malinconico e riflessivo, che parla di una relazione finita raccontata in un’ottica introspettiva, senza tuttavia abbandonarsi alla tristezza fine a se stessa; l’invito, al contrario, è quello di reagire, di trovare la forza per riemergere da un momento “no” e andare avanti a testa alta. La canzone, emotiva e sentimentale, rappresenta al 100% Ariete e il suo modo di approcciarsi alla vita.

“So che può sembrare scontato, ma per me scrivere è un’urgenza, mi aiuta ad affrontare le difficoltà della vita, a crescere e ad andare nella direzione che voglio. Io mi voglio mettere in gioco, non so neppure cosa aspettarmi da questa esperienza a Sanremo, ma voglio imparare e prendere tutto ciò che c’è di bello, ma anche i momenti difficili mi saranno d’aiuto per crescere” spiega scherzando sul fatto che in molti le chiedono se fa solo canzoni malinconiche. E proprio il Festival di quest’anno che dà spazio a generi ed artisti diversissimi tra di loro ha convinto la giovane Ariete a proporsi al grande pubblico.

“Io credo che il Festival di Amadeus sia un festival vero, oltre alla fluidità e all’inclusione è il festival della musica e la musica è bella proprio perché in teoria è inclusiva dal nascere, la bella musica lascia alle spalle tutto il resto, dal genere, la colore e all’orientamento” conclude Ariete.

Il carattere deciso mixato ad uno stile semplice e diretto riesce a creare atmosfere intime e rarefatte, rendendo Ariete portavoce del “Bedroom pop”.

Di Alessandra Velluto

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