Quota di aree occupate da concessioni raggiunge 33% del totale
Roma, 5 ott. (askanews) – Si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Chigi la riunione del Tavolo tecnico consultivo in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, istituito ai sensi del decreto-legge 198 del 2022 con il compito di definire i criteri tecnici per la determinazione della sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile. Vi hanno preso parte i rappresentanti dei ministeri competenti, delle regioni, delle associazioni di categoria del settore. Durante l’incontro, che secondo quanto riporta un comunicato diffuso dalla presidenza del Consiglio “si è svolto in un clima partecipato e costruttivo”, il Tavolo ha fatto un punto sui lavori svolti, allo stato degli atti e sulla base dei dati ad oggi disponibili.
I dati sui rapporti concessori in essere sulle aree demaniali marittime, nelle more dell’operatività del sistema Siconbep, sono stati acquisiti attraverso la banca dati SID – Portale del mare. Tale banca dati, tuttavia, non contiene i dati sul demanio lacuale e fluviale, prosegue la nota, la cui acquisizione richiede tempi lunghi di elaborazione, in quanto sono gestiti a livello comunale o sovraregionale e subordinati a preventive e complesse valutazioni di natura idraulica e idrogeologica.
Sulla base dei dati disponibili ad oggi, è risultato che la quota di aree occupate dalle concessioni demaniali equivale, attualmente, al 33 per cento delle aree disponibili. Quanto ai criteri tecnici utili a determinare la sussistenza della scarsità della risorsa naturale, il Tavolo ha evidenziato come, in base agli elementi finora raccolti e analizzati, questi debbano essere individuati tenendo conto del dato nazionale, secondo un approccio generale e astratto, proporzionato e non discriminatorio. Il Tavolo ha infine segnalato anche la necessità di un passaggio in Conferenza Unificata e di presentare in via preliminare l’esito dei criteri e dei lavori alla Commissione Europea.