Sabato primo novembre, al San Paolo, per l’attesissima partita Napoli-Roma gli spettatori erano circa trentamila, ma chissà in quanti milioni avranno solcato i gradini dello stadio napoletano nel corso degli ultimi trent’anni per assistere alle gesta sportive dei propri beniamini e, in particolare, di Diego Armando Maradona. Eppure, la stragrande maggioranza di quest’immensa folla di appassionati non sa di essere transitata a poche decine di metri da un luogo molto importante, ma poco conosciuto, della città: proprio davanti allo stadio, infatti, all’interno del complesso universitario della facoltà di ingegneria dell’Università di Napoli Federico II, si trova la vasca navale del dipartimento di ingegneria industriale, sezione di ingegneria navale che, al momento, è l’impianto universitario più grande d’Europa nel suo genere. Si tratta di un sofisticatissima struttura utilizzata per testare e collaudare la sicurezza e le prestazioni in mare di numerose tipologie di imbarcazioni come yacht, navi da crociera e mercantili.
Operativa dal 1980, successivamente rimodernata, la vasca è lunga ben 147 metri, larga 9 e profonda 4,20. Possiede anche un generatore di onde in grado di riprodurre una simulazione di mare agitato, con tanto di spiaggia assorbitrice (dal sistema brevettato) per le onde riflesse. Sui lati più lunghi sono montate due massicce rotaie che corrono lungo l’intera vasca, sulle quali si muove il cosiddetto carro dinamometrico del peso di 28 tonnellate, completamente automatizzato e telecontrollato. Sul pianale del carro sono montate alcune postazioni informatiche dall’elevatissima capacità di calcolo. In occasione dei vari test, che qui si svolgono molto frequentemente (la vasca, infatti, lavora a pieno regime), il modello in scala dell’imbarcazione per la quale sono state richieste le verifiche da cantieri navali o studi di progettazione viene agganciato al carro e adagiato sul livello dell’acqua. Quando tutto è pronto il manovratore ordina la partenza: due segnali sonori avvisano dell’inizio del movimento. Nonostante la stazza il carro è capace di una forte accelerazione. Se si verrà autorizzati ad accedere a bordo occorrerà mantenersi bene attaccati all’avvio: in pochi attimi si potranno toccare i 7 metri al secondo (la velocità di picco è di 10 m/s, l’equivalente di 36 km orari, ma per questioni di sicurezza non la si raggiunge mai). Durante la corsa potenti telecamere, obiettivi e strumenti di misura immortalano ogni reazione del modello trascinato in acqua dal carro in movimento: la regolarità del moto ondoso, l’eventuale creazione di mulinelli, tenuta, assetto e resistenza. Sofisticate elaborazioni computerizzate e l’applicazione di complessi modelli matematici forniscono, al termine di ogni “esperienza”, tutti i dati utili che contribuiscono anche alla sicurezza della navigazione in situazioni estremamente realistiche.
Valerio Ceva Grimaldi Pisanelli di Pietracatella