Studio Astraricerche-Bonomelli. Dal 2019 +20% giro d’affari comparto
Milano, 19 ott. (askanews) – E’ entrato stabilmente nella routine di molti italiani come momento di cura di sè. Il consumo di camomille, tisane e infusi, dopo il boom della pandemia, continua a essere una pausa di piacere sempre più diffusa tra i connazionali che hanno imparato col Covid a dedicare più tempo a se stessi: addirittura uno su due dice di farlo più di quanto non facesse tre anni fa, regalandosi più tempo all’aria aperta, nel 45% dei casi, o appunto coccolandosi con una bevanda calda a base di erbe (37%) o ancora seguendo una dieta salutare (35,6%). In questo quadro però ci sono ancora quattro italiani su dieci non non riescono a dedicarsi al proprio benessere come vorrebbero, soprattutto tra i giovani. E’ questa la fotografia scattata da Astraricerche per Bonomelli, iconico brand del gruppo Montenegro che ha legato il suo nome alla camomilla. “Il mercato delle bevande calde a base erba ha avuto una grande crescita soprattutto nel periodo della pandemia – ci ha detto Fausta Fiumi, marketing & new business director di Bonomelli – quel biennio è stato un periodo di boom volumi che hanno portato queste bevande nelle case degli italiani. Oggi questo settore è ancora in grande crescita rispetto a quel periodo perchè le persone sentono una forte esigenza di ricercare un benessere sia fisico che psichico e talora fanno fatica a raggiungerlo. Ancora oggi, al di là di qualche piccolo rimbalzo, il trend rimane molto positivo rispetto al prepandemia a testimonianza del fatto che questi prodotti sono sempre più un compagno nella quotidianità degli italiani”. Presentata nel primo flagship store di Bonomelli in corso Garibaldi a Milano, città dove nel 1908 nacque l’azienda, la ricerca conferma il trend del mercato in crescita del 20% rispetto al prepandemia con un giro d’affari nei primi 9 mesi dell’anno di 200 milioni. In questo contesto Bonomelli, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di 31 milioni, registra dati interessanti: le sole camomille, che rappresentano il 43% del mercato, sono cresciute del 18% rispetto al 2019 accanto a un +28% di tisane e infusi. Ma chi consuma queste bevande? “E’ un consumo molto trasversale – ci ha detto Fiumi – poi naturalmente la camomilla tradizionalmente è un prodotto per la popolazione più adulta ma ci sono dati che dimostrano una crescita tra i più giovani. E poi l’elemento gusto è importante soprattutto per tisane e infusi dove la varietà della gamma la fa da padrone”. Una varietà dietro cui si nascondono investimenti per l’innovazione di prodotto quanto di processo, come testimoniano i macchinari installati per la raccolta e il confezionamento della camomilla, per la quale nel 1939 è nato il primo Centro italiano per lo studio sperimentale, la coltivazione e l’essicazione a Foggia, nel cui agro viene ancora oggi coltivato il fiore della camomilla. “L’innovazione negli ultimi anni ha rappresentato una fetta importante del nostro fatturato – ha sottolineato – anche nel segmento della camomilla perchè è vero che siamo abituati a considerarlo un prodotto molto tradizionale ma in realtà negli ultimi due anni si è sviluppato molto il comparto camomille con melatonina. Soprattutto in questo momento in cui ci sono elementi di criticità con uno spostamento dei consumi verso prodotti più basici l’innovazione è un’arma per le aziende per trasferire valore alla filiera”. Negli ultimi due anni, circa un terzo degli italiani, stando alla ricerca, dice di avere consumato in misura maggiore camomilla (31,3%) e tisane/infusi (33,8%), con una spinta dei giovani verso il consumo della camomilla, scelta per la sua piacevolezza oltre che per il relax, a conferma del fatto che il gusto è il primo driver d’acquisto di queste bevande (30,4%), seguito da efficacia (23,2%) e naturalità delle materie prime (21,4%). Ma se il gusto è un fattore determinante, tisane, infusi e camomille assolvono anche ad altre funzioni per il nostro organismo: “In primo luogo aiutano a idratarci a raggiungere i famosi 8 bicchieri di acqua al giorno anche in inverno quando magari è po’ più difficile perchè ne abbiamo meno voglia perchè dovremmo comunque bere prima di avere sete perchè la sete è già un campanello di allarme – ci spiega Martina Donegani, biologa nutrizionista – e poi sono un qualcosa di piacevole, non sono una medicina che non ci piace, possiamo scegliere tisane o infusi con un gusto gradevole idratano, non apportano calorie e poi alcune hanno delle specifiche proprietà”. Parliamo di proprietà digestive, depurative o rilassanti proprie delle tisane, che, come ci ricorda la parola stessa, si distinguono dai semplici infusi perchè grazie all’uso di erbe officinali hanno anche funzioni benefiche. continua a leggere sul sito di riferimento