La moglie dell’ambasciatore Attanasio a vigilia del viaggio del Papa
Roma, 28 gen. (askanews) – La visita del Papa nella Repubblica democratica del Congo come “messaggio di pace e speranza” in una terra che “sta soffrendo tanto”. Ma “la guerra non è mai la risposta”. “È il momento per chiedere a tutto il mondo la pace. Nessuna guerra è meno importante dell’altra, non dobbiamo perdere tempo a odiare”. E Zakia Seddiki Attanasio lo sa bene. Perché in quella terra il 22 febbraio 2021 perse Luca, suo marito e padre delle sue tre bambine, l’ambasciatore italiano a Kinshasa vittima di un brutale attentato nell’Est del Paese africano. Alla vigilia del viaggio di Francesco (dal 31 gennaio al 3 febbraio), Zakia Attanasio parla ad askanews e lancia un messaggio di pace e di dialogo. “Lo dobbiamo per Luca, che ha fatto la sua parte fino alla fine”.
“La visita del Papa – dice – è un grande messaggio di rispetto per tutti i congolesi a prescindere dalla religione: Francesco andrà a trovare i congolesi e loro lo stanno aspettando. È un popolo che soffre da anni – racconta – adesso la situazione è peggiorata ancora di più. Il Pontefice non andrà a Goma ma di sicuro porterà tutti nel suo cuore. Quel popolo ha diritto di vivere la pace. La guerra tocca tutti, in un modo o in un altro. E tutti lo sappiamo. Io credo che Francesco porterà un messaggio di conforto e di sostegno, come ha sempre fatto, ma anche di speranza, per poter vivere finalmente in pace”.
Qualcuno ha detto che il Papa non andrà a Goma (nell’Est del Paese dove è in corso un conflitto tra forze armate congolesi e gruppi ribelli, ndr) ma sarà Goma ad andare dal Papa. “La situazione nell’Est è complicata. È importante che una delegazione sarà con il Papa a Kinshasa. A volte parlano di più gli occhi – dice Zakia Attanasio – il Papa vedrà tutto e saprà lasciare un messaggio anche per coloro che non riescono ad essere con lui, quelli che purtroppo stanno vivendo un momento difficile. Sono sicura che il Papa porterà tutti nel suo cuore”.
Un viaggio anche nel nome di Luca. “Luca ha fatto bene la sua parte come rappresentante dell’istituzione, è stato veramente un orgoglio per tutto il corpo diplomatico. E’ stato un lavoro spesso svolto anche in silenzio – prosegue Zakia con un pizzico di commozione – per promuovere la pace e lavorare per la pace. Le istituzioni sono molto importanti”. E poi l’appello: “È il momento per chiedere a tutto il mondo la pace. Nessuna guerra è meno importante dell’altra, non dobbiamo perdere tempo a odiare, perché la violenza non è mai la soluzione, tutti siamo responsabili e vogliamo salvare il mondo per i nostri figli. È una grande stanchezza vedere immagini di sofferenza, di sangue. La responsabilità è di tutti. Luca aveva un dovere e l’ha fatto fino all’ultimo”.
Zakia Attanasio presiede la Fondazione “Mama Sofia”, costituita in Italia e nata proprio in memoria di Luca, a febbraio 2022. “Mama Sofia è sempre attiva in Congo, per dare speranza, perché toglierla per colpa di altri che hanno commesso errori non è giusto e non si può. E’ stata costituita per tramandare i valori e l’eredità di Luca e lavorare per i valori della pace. I nostri progetti sono sempre attivi ed è da poco nata la Rete Congo, i Bambini dell’Ambasciatore, un gruppo di lavoro composto da 14 organizzazioni per stare vicino a bambini, unire le forze per aiutare e accompagnare chi ha bisogno. C’è un lavoro di Luca da continuare – conclude la donna – per lui era importante lavorare in rete. E questo è il giusto modo per ricordarlo, per onorarlo e portare avanti i valori in cui credeva”. (di Serena Sartini)