“In modo che anche la Camera possa effettivamente esaminarlo”

Roma, 11 apr. (askanews) – Una lettera indirizzata al presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, per chiedergli “di organizzare i lavori del Senato” in modo da “favorire una rapida conclusione dei lavori” sul Dl Cutro, “come previsto dall’articolo 78, comma 5, del Regolamento del Senato”, e di poter conseguentemente “inviare il testo alla Camera”. L’hanno scritta i deputati Riccardo Magi, segretario di +Europa, Chiara Braga, capogruppo del Pd, e Luana Zanella, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, spiegando che “una decisione di questo tipo, virtuosa e corretta istituzionalmente, spingerebbe anche la Camera dei deputati a rispettare i tempi di esame dei decreti-legge” evitando così la prassi “ormai consolidata” del “monocameralismo di fatto”.

“Ill.mo Presidente La Russa – scrivono i tre deputati dell’opposizione -, Le scriviamo, in qualità di Presidenti di Gruppi Parlamentari e Componenti del Gruppo Misto della Camera dei deputati, per portare alla Sua attenzione il nostro più sentito disagio rispetto alle modalità con cui si sta procedendo alla conversione in legge del Decreto n. 20 del 2023, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”.

“Seguendo una prassi ormai consolidata si prospetta infatti – spiegano gli esponenti dell’opposizione -, un esame effettivo che si svolgerà quasi esclusivamente soltanto in Senato, in violazione dell’impianto istituzionale bicamerale previsto dalla Costituzione, nonché delle prerogative dei membri dell’altro ramo, in questo caso della Camera dei deputati. In base ai dati dell’Osservatorio legislativo e parlamentare della Camera, anche nel corso della XVIII Legislatura quasi nella totalità dei casi i decreti-Legge sono stati convertiti in questa modalità di “monocameralismo di fatto»; in oltre la metà di questi casi, peraltro, è stata posta la questione di fiducia almeno in una delle due Camere. Tale situazione è stata censurata da tanti costituzionalisti e anche il Presidente della Repubblica ha stigmatizzato questa abitudine che va assolutamente interrotta. Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto n. 20 del 2023, attualmente in corso di esame nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, avvenuta in data 10 marzo 2023, sono già trascorsi oltre trenta giorni. Riteniamo, visto anche il delicato tema oggetto del presente Decreto, che non sarebbe più tollerabile il protrarsi dell’esame in Senato, e denunciamo con fermezza il vulnus incostituzionale che impedisce di fatto la possibilità di svolgere un effettivo esame da parte della Camera dei deputati”.

“Le chiediamo, quindi – concludono Magi, Braga e Zanella -, di organizzare i lavori del Senato per favorire una rapida conclusione dei lavori, come previsto dall’articolo 78, comma 5, del Regolamento del Senato, e di inviare il testo alla Camera. Una decisione di questo tipo, virtuosa e corretta istituzionalmente, spingerebbe anche la Camera dei deputati a rispettare i tempi di esame dei decreti-legge”.

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