La Banca d’Italia ha effettuato un sondaggio sperimentale
Roma, 20 gen. (askanews) – In Italia lo scorso anno il 2,2 per cento delle famiglie deteneva criptoattività, a fronte del 12 per cento negli Usa e del 4 per cento per la media Ue. E’ la stima della Banca d’Italia sulla base di un sondaggio sperimentale, condotto presso 1.700 famiglie tra giugno e luglio del 2022, alla luce del crescente interesse per questi asset e della necessità di migliorarne il monitoraggio.
I risultati del sondaggio sono stati pubblicato nel Bollettino economico. I quesiti, si legge, chiedevano alla persona di riferimento della famiglia, ossia il principale responsabile dell’economia familiare, se alla fine del 2021 all’interno del suo nucleo qualcuno possedesse criptoattività e, in caso di risposta affermativa, per quale ammontare, definito entro determinati intervalli.
Negli ultimi anni l’interesse verso queste attività da parte delle famiglie è cresciuto a livello globale, nota Bankitalia anche se in modo eterogeneo tra paesi.
In Italia la quota di possessori di criptoasset è più elevata tra i nuclei abbienti: si passa dal 4,3 per cento delle famiglie nel quartile più elevato della distribuzione del reddito a meno dell’1 per cento di quelle nel secondo quartile. La diffusione di criptoattività è inoltre maggiore tra i più giovani (5,7 per cento delle famiglie in cui il soggetto rispondente ha meno di 45 anni, a fronte dello 0,2 per cento della fascia più anziana), plausibilmente in connessione con un maggiore utilizzo degli strumenti informatici.
La percentuale, poi, è più alta tra i liberi professionisti e gli altri lavoratori autonomi (6,7 per cento) e sale al 19 per cento tra i soggetti meno avversi al rischio.
Secondo il sondaggio di Bankitalia, poi, l’ammontare di criptoattività detenute dalle famiglie è limitato: due terzi dei nuclei hanno riportato di possederne fino a 5.000 euro, mentre solo l’11 per cento ha dichiarato importi superiori a 30.000 euro.
“Anche alla luce dei recenti episodi di crisi nel mercato delle criptoattività e delle modifiche legislative e regolamentari che interverranno nei prossimi mesi – conclude Bankitalia senza menzionare esplicitamente il caso Ftx – sono previste ulteriori rilevazioni da parte della Banca d’Italia per continuare a monitorare il fenomeno e a fornire stime più aggiornate”.