Alla Stazione Concordia, a 3.233 m, con temperature fino a -80°C

Roma, 28 nov. (askanews) – Essere in possesso di una laurea in medicina, avere interesse per l’esplorazione spaziale e, ultimo requisito ma non meno importante, avere la “forza d’animo” di trascorrere quasi un anno tra i ghiacci dell’Antartide, con temperature che possono raggiungere i -80°C, a un’altitudine di 3.233 metri (che crea problemi di ipossia) e con la prospettiva di quattro mesi di oscurità totale durante l’inverno.

Sono i requisiti necessari per quanti intendono rispondere al bando dell’Agenzia spaziale europea (che si chiuderà il 20 gennaio 2023) che è alla ricerca di un medico, che abbia la nazionalità di uno dei Paesi membri dell’Esa, per condurre nel 2024 studi su come gli esseri umani si adattano a vivere in ambienti estremi, come quelli spaziali. E certamente l’Antartide è un ambiente estremo.

Si tratta di trascorre quasi un anno nella stazione Concordia, situata sull’altopiano Dome C in Antartide, una delle sole tre abitate tutto l’anno, gestita congiuntamente dall’Istituto Polare francese IPEV e dal Programma Nazionale di Ricerca Antartica (PNRA) dell’Italia per studiare gli effetti di ambienti isolati, confinati ed estremi sul corpo e sulla mente umana.

L’attuale medico di ricerca, l’austriaco Sascha Freigang si sta comportando in modo molto simile a un astronauta sulla Stazione Spaziale Internazionale, conducendo esperimenti per i ricercatori in ambienti più confortevoli anche se meno interessanti e registrando i dati per l’analisi.

La base Concordia ospita attualmente la stagione estiva dei ricercatori. Circa 60 persone affollano la stazione per controllare le apparecchiature, installare sensori ed eseguire esperimenti per alcune settimane. L’ultimo equipaggio estivo dovrebbe partire a febbraio, poi inizia l’isolamento per i 13 membri dell’equipaggio che nei successivi nove mesi non avranno altra compagnia, mentre il sole inizia a tramontare, tornando dopo quattro mesi.

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