Per spiegare ragioni contro Nutriscore. Proposta forse anche su scadenza
Milano, 26 ott. (askanews) – “Più tempo c’è per spiegare le ragioni” contro il sistema di etichettatura nutrizionale chiamato Nutriscore, “meglio è per Paesi come noi”. Paolo De Castro, componente effettivo della Commissione agricoltura al Parlamento europeo e relatore sul regolamento di riforma dell’indicazione geografica, saluta positivamente la notizia emersa oggi sul rinvio alla prossima primavera della presentazione della proposta di etichetta nutrizionale fronte pacco da parte della Commissione europea. In realtà sottolinea De Castro “non è una decisione di oggi. Era già noto in Parlamento che la Commissione, visto che l’analisi degli impatti è ancora in corso avrebbe preso più tempo. E più tempo passa meglio è”, perchè aumentano gli studi scientifici sugli effetti del Nustriscore. All’esame della Commissione ci sono quattro sistemi di etichettatura fronte pacco molto diversi tra loro: il Nutriscore francese, il Traffic light inglese, il KeyHole detto sistema a serratura dei Paesi nordici, e, infine, la batteria italiana NutrInform. Col Nutriscore, avverte De Castro, “il rischio è che ci sia davvero una spinta verso prodotti iperprocessati” ed è “fuorviante oltre a essere prima di tutto un rischio per il consumatore perchè non lo aiuta a prendere decisioni in modo informato e corretto”. De Castro ha poi riferito di rumors secondo cui la proposta sul sistema di etichettatura fronte pacco potrebbe non essere solo nutrizionale ma dare anche altre informazioni come quella sulla data di scandenza e il termine minimo di conservazione. “E’ un pacchetto molto articolato – ha spiegato – che comprende anche la questione dell’etichettatura di origine per la quale da anni chiediamo che il consumatore sia informato sull’origine delle materie prime dei prodotti, l’etichettatura degli alcolici con tutto il tema dell’health warning che è del tutto fuori luogo visto che è stata appena completata la riforma della Pac che entrerà in vigore a gennaio in cui tre istituzioni europee hanno raggiunto un accordo e non si capisce a che titolo ora la Commissione intervenga e infine il tema della scadenza”. Quest’ultimo con la distinzione della data di scadenza dal termine minimo di conservazione è visto come una leva per la riduzione dello spreco alimentare. continua a leggere sul sito di riferimento