Alcune istituzioni semplicemente non pronte alla stretta monetaria
Roma, 11 apr. (askanews) – Le tensioni innescate dal rialzo dei tassi di interesse delle banche centrali possono provocare “nuovi attacchi di instabilità finanziaria”, mentre “alcune istituzioni semplicemente non sono preparate al contesto di tassi più elevati”. Lo afferma il Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili e in cui, ovviamente, il problema più esaminato è rappresentato dalle recenti tensioni che hanno circondato i fallimenti della Silicon Valley Bank e di altre banche statunitensi e del Credit Suisse.
Secondo l’istituzione, in un contesto in cui non si vedono segnali rilevanti di calo dell’inflazione di fondo le banche centrali dovrebbero continuare con le loro manovre di inasprimento monetario. E queste operazioni, per quanto ben “citofonate” ai mercati, hanno visto l’insorgere di un quadro impegnativo per banche e istituzioni finanziarie non bancarie che non disponevano di gestioni adeguate.
“La questione fondamentale che si trovano di fronte i partecipanti dei mercato e i policy maker è se questi recenti sviluppi siano l’anticipazione di una tensione più sistemica che metterà alla prova la resilienza del sistema finanziario globale, il classico canarino nella miniera di carbone (che veniva usato per rilevare la presenza di monossido di carbonio) oppure se siano state semplicemente manifestazioni isolate delle sfide derivanti da un inasprimento monetario e delle condizioni finanziarie, dopo oltre un decennio di liquidità abbondanti”, dice il Fmi.
Sebbene vi siano pochi dubbi sul fatto che i cambiamenti attuati dalle autorità dalla crisi finanziaria globale, specialmente sulle banche più ampie abbiano reso il sistema generalmente più resiliente, “restano preoccupazioni sulle vulnerabilità che potrebbero essere nascoste, non solo nelle banche ma anche negli intermediari finanziari non bancari”.
E secondo il Fmi le tensioni innescate dalla linea monetaria più restrittiva “potrebbero portare a ulteriori attacchi di instabilità finanziaria”. Viene messa enfasi soprattutto su segmenti di mercato come i prestiti a leva e sul rallentamento del credito. “Stanno aumentando le preoccupazioni anche sulle condizioni dei mercati immobiliari” che sono strettamente collegati al credito dalle banche più piccole. I titoli bancari hanno mostrato marcate oscillazioni e “se si verificasse una perdita di fiducia più estesa tra gli investitori o un diffondersi delle tensioni dalle banche alla finanza non bancaria”, il Fmi non esclude che si inneschi una corsa alle vendite globale sulle Borse.