Dopo crescita post-Covid, comprensibile frenata riduzione debito
Bruxelles, 11 nov. (askanews) – Il rallentamento, rilevato dalla Commissione europea nelle sue previsioni economiche, del calo del deficit pubblico in Italia, che rischia di arrestarsi nel 2024, frenando anche la riduzione del debito pubblico, non è un caso unico nell’Ue ed è comprensibile alla luce della dinamiche della forte ripresa post-Covid, dopo il suo impatto particolarmente pesante. L’importante ora è usare al meglio le risorse Ue del Pnrr e combinare investimenti e crescita con la cautela di bilancio. Lo ha affermato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, rispondendo a una domanda sulla situazione italiana durante la conferenza stampa di presentazione delle previsioni economiche d’autunno della Commissione, oggi a Bruxelles.
“Riguardo all’Italia – ha osservato Gentiloni – , vorrei dire che in fondo i trend che vediamo nella riduzione del debito e nell’andamento dei deficit sono abbastanza comparabili tra i diversi paesi europei. L’elemento di maggiore differenza spesso è il ritmo della ripresa dal Covid. Ci sono alcuni paesi – ha spiegato – che hanno avuto un rimbalzo della crisi del Covid molto più rapido e più forte di altri, anche perché avevano avuto una caduta più pesante di altri”.
“L’Italia – ha continuato il commissario – è un paese che ha avuto negli ultimi due o tre anni un livello di crescita molto consistente, e che ha raggiunto i livelli di crescita pre-covid piuttosto prima, devo dire, di quanto noi stessi avessimo immaginato. Che dopo questo rimbalzo così forte ci possa essere un rallentamento credo che sia abbastanza prevedibile”.
“Il problema – ha sottolineato Gentiloni – è come continuare a garantire, attraverso politiche di bilancio responsabili e caute e attraverso l’uso degli strumenti europei, e in primo luogo il Pnrr, un buon mix tra cautela di bilancio e investimenti, crescita e sviluppo”.
“Perché – ha continuaro il commissario – sono le due cose insieme che portano poi a ridurre il deficit e il debito”. In Italia, ha ricordato, “abbiamo avuto effettivamente una forte riduzione del debito, dal 155% a 142% nel giro di due o tre anni, ma legata a dei livelli di crescita molto molto alti. Quindi – ha concluso – cautela e investimenti”.