Nel 2021 calati del 12,1%
Roma, 8 nov. (askanews) – Il Covid e le annesse difficoltà legate al lungo periodo di pandemia per gli spostamenti, hanno inciso, e non poco, sulla propensione degli italiani ad emigrare all’estero per motivi di lavoro o per altre scelte. Lo rivela il nuovo Rapporto “Italiani nel mondo” 2022 della Fondazione Migrantes della Cei. Da gennaio a dicembre 2021, infatti, si sono iscritti all’AIRE 195.466 cittadini italiani, il -12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente quando erano, in valore assoluto, 222.260, riferisce Migrantes. Le partenze per “espatrio” avvenute lungo il corso del 2021 sono state 83.781, “la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94 mila. In realtà, il trend di continua crescita si è fermato già lo scorso anno, quando comunque le partenze non sono scese al di sotto delle 109 mila unità. – si nota nello studio – Si è trattato, quindi, di una frenata dolce, diventata però brusca nei dodici mesi successivi”. L’identikit che è possibile ricavare dai dati complessivi indica, però, che chi è partito per espatrio da gennaio a dicembre 2021 è prevalentemente maschio (il 54,7% del totale), giovane tra i 18 e i 34 anni (41,6%) o giovane adulto (23,9% tra i 35 e i 49 anni), celibe/nubile (66,8%). I minori scendono al 19,5%. I coniugati si attestano al 28,1%. “Nel generale decremento, – nota ancora Migrantes – i dati che appaiono in modo più evidente riguardano quelli che, da diversi anni, sono i protagonisti indiscussi della recente mobilità dall’Italia, ovvero i giovani tra i 18 e i 34 anni diminuiti, in valore assoluto, di 12 mila unità circa e, in termini percentuali, del -25,6%: nell’ultimo anno l’emergenza sanitaria e le conseguenze da questa derivate hanno intaccato il cuore delle partenze italiane”. continua a leggere sul sito di riferimento