Presentata a Roma la mostra “Meraviglia senza tempo”
Roma, 25 ott. (askanews) – Oltre 60 opere per raccontare la pittura su pietra tra il ‘500 e il ‘600 e scoprire, insieme a nuove tipologie di dipinti, anche gli oggetti nati dall’utilizzo delle pietre colorate. La Galleria Borghese di Roma ha presentato la mostra “Meraviglia senza tempo”, un percorso di ricerca che si inserisce anche nell’approfondimento sulla stessa collezione del museo. “Studiando gli inventari e la storia della raccolta – ha detto ad askanews Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese e co-curatrice della mostra – ci siamo resi conto di come l’uso della pietra colorata non fosse solamente un esercizio per i pittori che potevano rappresentare i soggetti allegorici o devozionali e sfruttare le possibilità coloristiche della pietra, il lapislazzuli per i cieli, la pietra paesino per i paesaggi, la pietra di paragone per le scene notturne. In realtà era anche una componente visiva delle raccolte, perché oltre ai dipinti su pietra c’erano anche molte opere, molti oggetti fatti di pietre e di marmi colorati”. La mostra, allestita accanto ai capolavori del museo che in qualche modo fanno da numi tutelari delle opere, presenta diversi esempi dell’utilizzo delle pietre colorate, talvolta sfruttate visivamente per la loro stessa forma, talvolta invece trattate in maniera sorprendente, come nel caso della lavagna che risulta specchiante, quasi fosse un’opera di Pistoletto ante litteram. Ma il punto principale sta nella relazione tra l’arte e il tempo. “All’inizio – ci ha spiegato Patrizia Cavazzini, co-curatrice dell’esposizione – l’idea principale è quella di eternare la pittura, di farla diventare eterna come il marmo, come la scultura. In modo da supplire a un supposto difetto della pittura nei confronti della scultura, ma anche di resistere a devastazioni come quella del Saco di Roma. Sicuramente per la pittura su pietra a Roma il Sacco è un evento cruciale, è da lì che nasce il suo successo”. Il peso della storia, è il caso di dire, insieme al peso della stessa materia che gli artisti usano per provare a difendersi dalla storia medesima. Il livello dei rimandi è suggestivo e contribuisce ad ampliare, in modi spesso imprevisti, la natura del museo, che guarda a se stesso con sempre maggiore profondità. Allestita in otto sezioni, “Meraviglia senza tempo” resta aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2023. continua a leggere sul sito di riferimento