‘Vino deve rispecchiare il territorio: la moda va, le viti restano’

Milano, 11 apr. (askanews) – Un nuovo passo, nel nome della continuità e della determinazione: Othmar Donà, storico enologo di Cantina Kurtatsch, passa il testimone a Erwin Carli, da 10 anni nella cantina cooperativa di 190 soci a Cortaccia (Bolzano) come agronomo e vice enologo.

L’obiettivo è quello di proseguire lungo il percorso di successo intrapreso (+110% in valore negli ultimi 9 anni), “guardando con lungimiranza al futuro, pur rimanendo fedele alla sua identità cooperativa, legata ai forti valori della tradizione vitivinicola che sin qui l’hanno condotta”. Un percorso che “partirà imprescindibilmente dalla ricerca: dalle sperimentazioni su lieviti alternativi per controllare lo sviluppo alcolico, agli studi sull’impronta del vetro e l’utilizzo di imballaggi sostenibili, alle continue migliorie apportate alla cantina, con l’obiettivo di una produzione sostenibile a tutto tondo”.

“In continuità con quanto fatto negli ultimi decenni grazie alla visione di Othmar Donà – spiegano dalla Cantina – il lavoro di analisi e ricerca proseguirà anche in vigneto, con il distintivo approccio ‘zona per zona, vino per vino’, sviluppato con l’obiettivo di creare le migliori condizioni possibili per la produzione di ogni etichetta, per permettere la migliore espressione possibile del potenziale della varietà con un occhio di riguardo alle trasformazioni portate dai cambiamenti climatici”.

“Sono entrato più di trent’anni fa in una cantina che quasi nessuno conosceva, una realtà piccola e incentrata su una produzione di quantità, più che di qualità” ricorda donà, sottolineando che “è stato un lavoro fatto anno dopo anno, svolgendo microfermentazioni di pochi ettolitri per aiutarci a capire cosa fosse corretto per ogni varietà, così da essere poi in grado di fare grandi vini”. “Siamo riusciti ad adattarci ai cambiamenti climatici – ha concluso lo storico enologo – trovandone vantaggio nei vini rossi, mentre per i bianchi, abbiamo avuto la fortuna di poter andare più in alto per ottenere la finezza e mineralità distintiva dei vini dell’Alto Adige”.

“L’impostazione che ha dato Othmar ci permette di essere oggi un’azienda moderna e di poter prendere di petto le sfide del mercato” ha affermato il nuovo enologo, evidenziando che “anche nei momenti in cui il mercato non apprezzava questi prodotti lui è andato sempre avanti e questo ci dà oggi la possibilità di lavorare con delle viti di una certa età, con una filosofia produttiva rispettata e riconosciuta anche internazionalmente”. “Finché il prodotto non è come deve essere, non mi do pace – aggiunge Carli, concludendo “un vino proviene da un territorio e deve rispecchiarlo, anche se a volte cozza con le mode del momento – la moda va, le viti restano”.

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