Introdurre filtro contro i “furbetti” attraverso i comuni
Roma, 24 nov. (askanews) – “L’esigenza era comunque quella di mettere un termine al reddito per le persone occupabili. E va chiarito che parliamo di una platea che è molto più circoscrit- ta rispetto a quella che si dice. Non si tratta di 650mila persone, ma di circa 400mila. Non tutti coloro che sono potenzialmente occupabili perderanno l’assegno: per rientrare in questa platea bisogna avere dai 18 ai 59 anni, non avere disabili in famiglia e una serie di caratteristiche che permettano di essere ricollocati al lavoro. La nostra è una scelta che deriva non dalla necessità di recuperare somme ma da quella di cambiare una cultura intervenendo sulla formula del Reddito di cittadinanza dove ha fallito, cioè nel ricollocamento delle persone, evitando che si adagino in una prospettiva di reddito a vita”, dice ad Avvenire il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sul Reddito di cittadinanza.
“Tutti gli strumenti di sostegno hanno un termine e un decalage. Così è maturata una mediazione per non allungare troppo i tempi, ma senza abbassare l’assegno e dando comunque uno scivolo di otto mesi perché si cominci un nuovo percorso. Poi se ci sarà necessità di modificare qualcosa in questi meccanismi, il Parlamento potrà intervenire”, aggiunge.
E “nei prossimi 5-6 mesi possiamo fare la riforma complessiva di questo strumento. Anche perché ci sarà bisogno di coperture finanziare, anzi la riorganizzazione del reddito vedrà sicuramente altri incassi per lo Stato. Ribadisco però che non abbiamo tolto assolutamente il sostegno al reddito alle persone che sono in povertà e non sono occupabili. Questa è una cosa che ci sta molto a cuore. Mentre è necessario introdurre un filtro contro i ‘furbetti’, ad esempio attraverso i Comuni”, conclude.