Potere d’acquisto nel quarto trimestre -3,7%
Roma, 7 apr. (askanews) – L’alta inflazione intacca pesantemente i consumi delle famiglie. In Italia la spesa per consumi “è decisamente diminuita nel quarto trimestre, riflettendo l’impatto negativo dell’inflazione sul potere di acquisto, seppure in parte mitigato dagli interventi governativi”, mentre per i primi mesi di quest’anno “l’insieme degli indicatori congiunturali prospetta una sostanziale stazionarietà”. Lo riferisce la Banca d’Italia nel Bollettino economico, riportando anche un calo della propensione al risparmio delle famiglie ai minimi storici.
Nel quarto trimestre del 2022 la spesa in termini reali delle famiglie per consumi, sia di beni sia di servizi, si è contratta dell’1,6% rispetto al terzo trimestre, “tornando poco al di sotto del livello prepandemico. In particolare, il calo degli acquisti di beni ha interessato tutte le principali categorie, anche a causa dei forti rincari che hanno ridotto il potere di acquisto delle famiglie”.
Secondo Bankitalia il potere di acquisto delle famiglie risulta diminuito del 3,7 per cento. Mentre la propensione al risparmio “è scesa di due punti percentuali (al 5,3 per cento), collocandosi sui valori minimi dall’inizio della serie storica”.
Successivamente, l’indicatore dei consumi di Confcommercio è sceso nel bimestre gennaio-febbraio, riflettendo la flessione della spesa in servizi, a fronte di una stazionarietà di quella in beni. Il clima di fiducia dei consumatori ha continuato tuttavia a crescere, prosegue Bankitalia, sospinto da un miglioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, nonché delle attese sulla disoccupazione e di quelle sull’andamento dei prezzi. Si mantengono invece su livelli contenuti le valutazioni delle famiglie relative alla propria situazione economica.
Tornando al quarto trimestre dello scorso anno, il debito delle famiglie italiane in rapporto al proprio reddito disponibile lordo è diminuito rispetto al trimestre precedente, al 62,5 per cento (94,1 per cento nell’area dell’euro), principalmente per effetto della crescita del reddito disponibile. Anche in rapporto al Pil il debito delle famiglie si è ridotto, al 41,7 per cento (57,2 nell’area dell’euro).