Kuleba: vittoria. Cremlino: no rammarico. Medvedev: tornerà a noi
Milano, 11 nov. (askanews) – Nel pomeriggio è giunta la prima conferma ufficiale da Kiev che le forze ucraine si trovano ora nella città di Kherson, strategica e annessa da poche settimane dalla Russia, l’unico capoluogo regionale di cui i russi hanno preso il controllo durante la loro guerra di otto mesi e mezzo in Ucraina. “Le vie di evacuazione delle forze russe sono controllate dall’esercito ucraino. Tutti i tentativi di andare contro le forze ucraine saranno fermati”, afferma la divisione di Intelligence del ministero della Difesa ucraino in una dichiarazione, invitando i soldati russi rimasti ad arrendersi.
Le truppe di Mosca occupavano la città da marzo, ma mercoledì il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha annunciato il ritiro, salutato con grande scetticismo da Kiev.
SCENE DI GIUBILO A KHERSON Ci sono sempre più foto che mostrano persone con bandiere ucraine nel centro di Kherson. I residenti della città dell’Ucraina meridionale stanno ora scendendo in strada. In un video che questo pomeriggio è stato pubblicato su diversi social media, si può vedere il bicolore giallo-blu esposto su quello che è un piedistallo di fronte all’amministrazione di Kherson. In un altro video postato su Twitter dal ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba mostra delle persone che si arrampicano per smantellare un billboard con la scritta “La Russia rimarrà per sempre”. Sarcastico il commento di Kuleba: “Beh, non proprio”.
LA VERSIONE DI MOSCA La Russia afferma di aver completato il ritiro da Kherson che in realtà chiama “riposizionamento”. Il ministero della Difesa russo in un annuncio diffuso dai media russi controllati dallo stato riferisce che il ritiro era stato completato entro le 3 del mattino in Italia. Il trasferimento per Mosca sarebbe avvenuto senza alcuna perdita di personale e attrezzature. Tutti i militari russi nella regione di Kherson hanno attraversato la riva sinistra del Dnepr, ha riferito il ministero della Difesa. L’area lasciata dai russi comprende, tra le altre cose, la città di Kherson sulla sponda occidentale del Dniepr.
LA VERSIONE UCRAINA “Molti di loro sono affogati”, ha detto Serhij Khlan, membro del consiglio regionale di Kherson in una video conferenza trasmessa su Youtube, parlando dei soldati russi che tentavano di superare il fiume Dniepr. “Molto materiale (militare) è stato lasciato” dai russi, ha dichiarato Khlan. “Sulla riva destra del fiume Dniepr c’è ancora molto da fare: bisogna ripulire, bonificare dalle mine, molto lavoro da fare perché gli occupanti, mentre scappavano, hanno fatto saltare stazioni di produzione e distribuzione di energia”. Khlan afferma che diversi soldati russi si sono vestiti in abiti civili, non essendo riusciti a lasciare la città durante il ritiro russo. Altri sarebbero annegati nel fiune Dniepr mentre tentavano di guadarlo.
“UN’ALTRA IMPORTANTE VITTORIA” Lo stesso Kuleba scrive sui social media che l’Ucraina ha ottenuto “un’altra importante vittoria sul campo di battaglia”. Mentre oggi il Cremlino non ha commentato il ritiro delle truppe russe da Kherson, ha raccomandato ai giornalisti di indirizzare la domanda al ministero della Difesa e ha negato che la ritirata da Kherson sia considerata umiliante o se al Cremlino si rammaricano di aver tenuto la cerimonia di adesione al Gran Palazzo in una cerimonia in pompa magna. Il segretario stampa del presidente della Russia, Dmitry Peskov, ha tuttavia detto che lo status di Kherson “non cambia”. “Questo è un soggetto della Federazione Russa e non ci possono essere cambiamenti”.
MEDVEDEV: TORNERÀ ALLA RUSSIA Dmitry Medvedev, invece, vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ha esortato i russi a non farsi prendere dal panico, a non dare “ragioni di gioia al nemico” e ha assicurato che “tutto tornerà a casa” in Russia. “Il concetto di sovranità territoriale non è scomparso nel nostro Paese. Tutto tornerà a casa. Alla Federazione Russa”, ha scritto sul suo canale Telegram, considerando evidentemente Kherson – annessa da Mosca – come russa. Secondo Medvedev, “l’allarmismo di tutte le persone premurose è abbastanza comprensibile, ma l’isteria non lo è”. Il tutto dopo le valutazioni negative di alcuni analisti sulla decisione presa il 9 novembre dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu.