Scegliere candidato in una stanza è totalmente irragionevole

Milano, 15 nov. (askanews) – L’indicazione del candidato del centrosinistra fatta “all’interno di una stanza e non aprirsi” è “totalmente irragionevole” e “non penso affatto che le primarie siano tramontate”. Lo afferma Pierfrancesco Maran, assessore alla casa del Comune di Milano, che si è proposto come candidato per la sfida delle Regionali 2023 in Lombardia.

“In questo momento – dice Maran in un’intervista a Radio Popolare – ci sono almeno tre iniziative politiche con obiettivi e visioni politiche diverse in campo e si dice ‘no, non permettiamo ai cittadini di scegliere qual è la più adatta a sfidare Fontana e Moratti, lo decidiamo in una stanza’. Io fino a che c’è spazio in un organismo difendo una strada alternativa”, osserva l’assessore, secondo cui “un’investitura popolare è sempre utile perché consente di scegliere una candidatura migliore”, soprattutto “dopo una sconfitta elettorale”.

“Prendo atto – prosegue Maran – che alcuni partiti non le vogliano. Ma questo non può essere una condizione ostativa per stare in una coalizione. Dicono: ‘Non si possono fare le primarie altrimenti si spacca la coalizione’. Ma sarebbero così contrari alle primarie al punto di non partecipare alla competizione politica perché si demanda la scelta ai cittadini?Questa cosa non l’ho sentita da nessuno, a me sembra che ci sia una certa strumentalità su questo aspetto”.

Si tratta, dice Maran, di un “tema politico”. “Un incontro di rappresentanti di partiti e di piccoli movimenti decide in autonomia definendo un candidato unitario” ma “sarà unitario delle persone che partecipano a quel tavolo” mentre “non si fanno le primarie che consentirebbe una legittimazione ampia”. Quindi “un conto è fare le primarie, e vinca il migliore, un conto è se qualcuno va via con il pallone per non giocare”.

Primarie o no, Maran conferma il suo impegno nella sfida delle regionali. “Rispetto le decisioni anche quando non le condivido. Quindi se si deciderà una cosa diversa dalle primarie… confermo che non condivido per nulla il metodo di scelta, né che una serie di persone più o meno legittimate in una stanza decidano per tutti, dopodiché andiamo avanti e proviamo a fare questa impresa della campagna elettorale. Nello stesso tempo – conclude – continuerò a battermi affinché la politica non si riduca ad accordi nelle stanze perché credo che questa sia la morte della politica”.

continua a leggere sul sito di riferimento