Il leader nordcoreano li aveva regalati nel 2018
Roma, 7 nov. (askanews) – L’ex presidente sudcoreano Moon Jae-in ha chiesto oggi al governo del suo Paese di riprendersi i cani che il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un gli aveva donato nel 2018, in occasione del terzo summit intercoreano, che nel frattempo hanno anche avuto prole. Lo scrive oggi l’agenzia di stampa Yonhap. La coppia di cani sono sono due splendidi esemplari di razza Pungsan, cani da caccia piuttosto rari allevati sull’altipiano di Kaema, al confine tra la Cina e la Corea del Nord. Si tratta di una razza di cani che era usato per la caccia durante il primo periodo Joseon, durato dal XIV secolo per circa cinquecento anni. Il pelo bianco e lungo è un adattamento ai climi rigidi della montagna di cui è originaria. I due cani – il maschio si chiama Songkang e la femmina Gomi – e uno dei loro figli sono ancora nella casa privata di Yonsan del presidente, che è a 420 km a sud-est di Seoul, dopo il suo ritiro a maggio di quest’anno. In realtà, in base alla Legge sulle registrazioni presidenziali, i cani nordcoreani avrebbero dovuto rimanere nella disponibilità dello stato sotto il controllo degli Archivi presidenziali. Tuttavia gli Archivi presidenziali all’uscita di Moon firmarono un accordo con il presidente affinché gestisse per cinque anni per la cura degli animali, in assenza di strutture adatte per tenerli. L’accordo prevedeva che a Moon sarebbero state versate delle somme per la cura dei cani. Ma, in un comunicato, oggi l’ex presidente ha detto che l’ufficio presidenziale ha negato una modifica alla norma che avrebbe consentito all’ex presidente di tenere i cani. Ma l’ufficio presidenziale ha negato e ha detto che “sarà una decisione interamente attribuibile all’ex presidente Moon Jae-in” un’eventuale restituzione dei cani prima della revisine della norme. Secondo quanto ha riferito lo staff presidenziale. La cura costerebbe qualcosa come 2,5 milioni di won (quasi 2mila euro) al mese. continua a leggere sul sito di riferimento