Una formulazione che rafforza ruolo leader del segretario
Roma, 27 ott. (askanews) – La costituzione del Partito comunista cinese, nell’ultima versione emendata dal XX Congresso che si è tenuta la scorsa settimana, non solo ribadisce il fatto che il presidente Xi Jinping è il “nucleo” del partito, ma che i membri devono “difendere” la leadership del presidente. Lo ha segnalato l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Secondo il Nikkei Asia, questa formulazione suggerisce che il nuovo quinquennio iniziato col congresso avrà tra le sue caratteristiche una più forte repressione del dissenso interno ed esterno al partito. Lo statuto del partito – che non va confuso con la costituzione della Repubblica popolare cinese – dichiara che i membri devono “difendere la posizione del compagno Xi Jinping come nucleo” del partito e “difendere l’autorità del Comitato centrale e della sua leadership unificata e centralizzata”. Si tratta di una formulazione che, scolpendo nella pietra del principale documento di partito la fedeltà a Xi, apre la strada alla punizione del dissenso dei membri del partito che possano esprimere disaccordo con la leadership del segretario generale. Tuttavia – segnala ancora il Nikkei – l’emendamento non inserisce nello statuto di partito una filosofia di governo di Xi, come era stato previsto da diversi osservatori. Questo suggerirebbe il fatto che, pur consolidando la figura di Xi come leader, si sia voluta lasciare una flessibilità concettuale in modo da poter far coesistere visioni diverse nel partito. Il Pcc ha bandito il culto della personalità a partire dalla fine degli anni ’70, con le riforme di Deng Xiaoping. Tuttavia lo stile di governo di Xi, secondo gli osservatori, si avvicina molto a questa pratica, anche se il divieto di culto della personalità permane nella costituzione di partito, incentrata sul concetto di centralismo democratico. Nella nuova versione dello statuto, che consta di 53 articoli e regola la simbologia, l’ideologia, la governance e la struttura del partito, è stata sottolineata l’opposizione “risoluta” e la volontà di “impedire” la cosiddetta “indipendenza di Taiwan”. Sono ribaditi gli obiettivi di ascesa militare, con la volontà di “elevare le forze armate del popolo a standard mondiali”. continua a leggere sul sito di riferimento