Turismo alla prova della transizione EcoDigital

Roma, 16 dic. (askanews) – Il piacere di viaggiare in lungo e in largo le splendide località della Penisola, insieme alla rinnovata esigenza di un più intimo contatto con la natura, sono elementi che accrescono la conoscenza diffusa del turismo sostenibile (86%) e dell’ecoturismo (71%) con alti livelli di attrazione. I turisti italiani chiedono standard più rilevanti e, da questo punto di vista, gli strumenti messi a disposizione dalla transizione EcoDigital permettono di strutturare, in maggior misura, la qualità dell’offerta turistica all’insegna della sostenibilità e soprattutto della certificazione. Per la quasi totalità degli italiani (97%) sono cibo, prodotti e piatti tipici dei territori i principali vettori del turismo in Italia. Tuttavia, solo per il 51% degli intervistati il food e gli itinerari tematici sarebbero adeguatamente promossi dalle Istituzioni.

È questa la fotografia che emerge dal 12° Rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, i cui dati sono stati presentati questa mattina all’evento “Dal Grand Tour alla sostenibilità: il turismo certificato per difendere il brand Italia” organizzato da Fondazione UniVerde, Noto Sondaggi, Società Geografica Italiana, in collaborazione con ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert e che si è svolto presso l’Istituto Tecnico per il Turismo “Cristoforo Colombo”.

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “L’Italia è storicamente un Paese di grande attrattiva turistica. Occorre strutturare maggiormente la qualità di questa offerta all’insegna della sostenibilità e della certificazione. In questo senso, la transizione EcoDigital in corso permette di usare al meglio gli strumenti disponibili per un turismo più ecologico, e il digitale di certificare in modo credibile la qualità dei servizi. Il Rapporto rivela ancora una volta la centralità della sostenibilità, come gli italiani apprezzino il turismo sostenibile e chiedono sempre più elevati standard. Ecco perché la certificazione della qualità turistica a 360°, dall’accoglienza alla mobilità, dalle escursioni al food sono fondamentali. Parlarne con i giovani e con l’università è importante perché servirà sempre più formazione e certificazione. Non basta solo certificare, serve anche saper costruire offerte turistiche che valorizzino la sostenibilità e la qualità e del turismo italiano”.

Valentina Corrado, Assessora al Turismo della Regione Lazio: “La pandemia ha modificato la domanda turistica e il modo di viaggiare. Strutturare un’offerta aderente alle mutate esigenze è stata una necessità, ma anche e soprattutto un’opportunità per ripensare modelli di sviluppo più sostenibili. I dati di oggi ci dicono che per aumentare la competitività e l’attrattività del Lazio come destinazione turistica bisogna proseguire nel lavoro già avviato puntando su ciò che la nostra regione offre in termini di natura, experience, enogastronomia, e continuando a lavorare secondo una visione strategica che guarda all’ambiente e all’autenticità del territorio come risorse da preservare”.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale: “Il turismo rappresenta un asset fondamentale dell’economia di Roma. I record di presenze del 2022, che ci ha riportato ai numeri pre-pandemia grazie alla ritrovata centralità internazionale nei grandi eventi della moda, dello sport e dei concerti live, hanno generato importanti ricadute sull’economia e sull’indotto. Oltre che sull’occupazione, con grandi opportunità proprio per i più giovani che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro. Il futuro ci mette davanti a grandi sfide, ai ragazzi il compito di prepararsi al meglio e specializzarsi per cogliere al meglio le opportunità e all’Amministrazione la responsabilità di favorire le occasioni di sviluppo. È quello che stiamo facendo a Roma, restituendole la sua naturale vocazione di Capitale dei grandi eventi che fanno da volano e incentivano nuovi arrivi”.

Fabrizio Capaccioli, Managing Director di Asacert e ideatore del Protocollo ITA0039: “Oggi, ho avuto modo di sottolineare quanto sia necessario fissare, con tutti gli attori istituzionali e del comparto, regole più accurate e certificate, leggibili da tutti, per la difesa dei prodotti agroalimentari Made in Italy, che sono tra i primi motivi di attrazione turistica nel nostro paese. Una tutela che, per quanto riguarda Asacert, è concreta e digitale, grazie all’App gratuita ITA0039, che consente a tutti i consumatori del mondo di scoprire se il prodotto che stanno acquistando è veramente italiano. I dati che stiamo raccogliendo, daranno vita ad un Osservatorio ed un rapporto annuale sull’Italian Sounding. Questo è l’impegno di Asacert”.

Turismo esperienziale, cibo e tutela del made in Italy. I dati del 12° Rapporto, promosso dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con Noto Sondaggi, e presentati dal Presidente Alfonso Pecoraro Scanio, mettono in luce quanto, nell’ambito della promozione del turismo esperienziale, il cibo rappresenti un fattore determinante. Su una scala da 1 a 10, gli intervistati valutano con un voto medio di 8,4 la proposta di assaggi e degustazioni nei luoghi di produzione (ad esempio: frantoi, caseifici, mulini, vigne); la promozione di soggiorni in fattorie e/o agriturismi è valutata 8,2 mentre 8,4 è il voto medio assegnato agli itinerari a tema; infine, l’item di incentivare i Comuni ad organizzare sagre è quotato a 8,2. Sapendo di poter assaggiare cibi o prodotti tipici, gli italiani preferiscono pianificare una visita: in fattoria o agriturismo (8,6); nei luoghi stessi in cui viene prodotto (8,5); nel corso di un itinerario a tema (8,1); in una sagra (7,8).

Rispetto a quelli proveniente da altri Paesi, i prodotti agricoli italiani sono più: genuini (73%), saporiti (69%), controllati (65%), dispendiosi (58%). Per il 67% degli intervistati i prodotti agroalimentari Made in Italy non sono sufficientemente tutelati (+7% rispetto al dato 2020) e l’81% ritiene necessaria una certificazione che garantisca la loro provenienza di origine italiana. Rispetto ai temi di alimentazione e cambiamento climatico, l’83% condivide l’idea che le azioni di mitigazione degli effetti del climate change passano anche attraverso le scelte alimentari dei singoli individui. A tal proposito, l’83% è disposto ad adeguarsi ai principi della dieta mediterranea (+2% rispetto al precedente Rapporto) e l’84% sceglierebbe cibi a Km0.

L’incontro è stato introdotto da Maria Chiara Gallerani (Dirigente scolastico dell’ITT “Cristoforo Colombo” di Roma) che ha sottolineato quanto l’Istituto ispira la sua azione educativo-didattica ai principi del turismo responsabile e dello sviluppo sostenibile delle attività turistiche, nell’ambito dell’Agenda 2030. continua a leggere sul sito di riferimento