Nell’archivio anche spot e materiali con Dario Fo e Morricone

Roma, 2 feb. (askanews) – A pochi giorni dalla 74esima edizione del Festival di Sanremo, Barilla omaggia la musica italiana riportando alla luce le collaborazioni realizzate con due grandi artisti: Mina e Massimo Ranieri. Non solo, l’archivio storico del gruppo conserva numerosi caroselli, spot e materiali di backstage legati alla cultura pop italiana e realizzati dai maestri Dario Fo ed Ennio Morricone, nonché campagne di comunicazione come “Sanremo nel cuore” la raccolta punti lanciata nel 1987 dedicata alle più belle voci che, sino a quel momento, avevano calcato il palco dell’Ariston.

Una “Pasta diva”. A questo pensava Pietro Barilla quando, nel 1965, aveva incontrato a Roma Mina, che i sondaggi dell’epoca davano come la più amata dagli italiani. Una diva per rivoluzionare l’immagine della pasta e farla diventare un piatto di tendenza. Lei disse di sì, lasciandoci piccoli grandi capolavori fuori dal tempo, eccezionale interprete dei caroselli Barilla dal 1965 al 1970 che ebbero come obiettivo di togliere la pasta dall’ordinario per renderla una scelta di stile. In 5 anni Mina, diretta da registi del calibro di Valerio Zurlini, Piero Gherardi, Antonello Falqui ed Enrico Sannia registra più di 60 cortometraggi oggi conservati presso l’Archivio Storico Barilla nelle pellicole 35mm, dando voce alla qualità della pasta Barilla. Lo dirà lei stessa alla fine di ogni spot del 1965 «B come Buona cucina, un tocco di alta cucina nei piatti semplici di ogni giorno». Un claim preceduto dalla sua musica, visto che in ogni carosello Mina intonava i classici del suo repertorio dell’epoca: “Brava”, “Vorrei che fosse amore”, “Niente di niente”, “La canzone di Marinella” a “Sacumdì sacumdà”, “L’ultima occasione”, “Un anno d’amore”, “Città vuota” “Un bacio è troppo poco”, “Soli” e “Quand’ero piccola”.

L’Italia più genuina e familiare fatta di musica, cibo e qualità vive nei caroselli con Massimo Ranieri che nel 1972 racconta per Barilla le “prove del fuoco” che hanno segnato la sua carriera, legando ad ogni ricordo una canzone: “Io e te”, “Rose Rosse”, “‘O sole mio”, “Pietà per chi ti ama”, “Guapparia”, “Adagio veneziano”, “Cronaca di un amore”, “‘O surdato ‘nnammurato”, “Jesus”, “Via del Conservatorio”. In uno dei più iconici caroselli, Ranieri, dopo aver intonato “Rose Rosse”, apre la porta di casa ed entrando in cucina trova la mamma davanti ad un piatto fumante di pasta Barilla, che commenta “A casa nostra i tortiglioni si fanno così: olio, pomodoro, mozzarella, basilico e soprattutto tortiglioni Barilla”, l’unica che sopporta la “prova del fuoco” e cioè la doppia cottura in acqua e in padella, sul fuoco vivo.

Alle campagne di Barilla hanno partecipato anche altri protagonisti della storia del Festival. Come Dario Fo che nel 1959 realizza 10 short e giocosi sul tema del “ballista e gli amici del bar” e, 10 anni dopo, nel 1969, anima il Controfestival, con la contestazione e la parodia del mondo sanremese. O il maestro Ennio Morricone, che oltre a realizzare colonne sonore per il cinema è stato anche arrangiatore di grandi hit degli anni Sessanta, come “Se telefonando”, “Abbronzatissima” o “Sapore di Sale”. E che per Mulino Bianco ha firmato con le sue inconfondibili note anche il famoso spot sulla Famiglia del Mulino Bianco, unendo toni semplici e raffinati per riprodurre, si legge nei documenti dell’Archivio Storico Barilla, una “comune aria di famiglia”.

Il sodalizio tra Barilla e il mondo della musica non finisce con i caroselli. Prosegue nel 1987 coniugando nostalgia, passione per il collezionismo e Walkman e cuffiette tipici degli anni Ottanta. Con la campagna “Sanremo nel cuore”, una innovativa raccolta punti Barilla metteva in palio un’audiocassetta con una compilation di 12 canzoni in versione originale che ancora oggi raccontano la storia della kermesse. Tra queste, “Nel blu dipinto di blu”, “Non ho l’età”. Un regalo esclusivo dedicato, come recitava lo spot, a chi a chi vive Sanremo come un grande momento di tradizione italiana.

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