Prima rinuncia “per riposarmi. A Shnghai per blindare le Finals”
Roma, 5 ott. (askanews) – “Rinuncia alla Davis? Solo per gli obiettivi, a Malaga ci sarò”. Parola di Jannik Sinner che, al Corriere della Sera si è raccontato dopo il successo di Pechino che gli permetterà lunedì di entrare come numero 4 del Ranking Atp. Sinner è tornato sulla sua rinuncia alla Davis: “E’ servito riposarmi. Ho provato cose nuove e servito una percentuale più alta, ma non basta. La scelta di non andare in Davis alla fine serviva a quello, la programmazione si fa in base agli obiettivi. La differenza che avverto ancora è fisica: i miei movimenti in campo possono migliorare, volée, servizio, tutto può crescere. Non sono arrivato al picco, proprio no. A Malaga ci sarò. A me la dimensione della squadra, quella sensazione di Italia con la maglia azzurra, piace. Abbiamo la panchina lunga e tante scelte diverse anche per il doppio. La Coppa si può vincere”. Ora Shanghai. “Sono fiero del modo in cui sono stato in campo. Ho saputo superare le difficoltà, con Alcaraz e Medvedev stavo finalmente bene. Ho imparato dagli errori e mi sono piaciuto. Quali errori? Quelli commessi agli US Open e prima, quando ho vinto il Master 1000 di Toronto e subito dopo sono uscito al primo turno a Cincinnati. Per me è importante non ripeterli. A Shanghai cercherò di vincere almeno un match per blindare le Atp Finals, l’obiettivo della stagione, ci siamo quasi. Con il lavoro di quest’anno siamo già avanti, poi ci sarà l’investimento sul 2024. Ci vuole equilibrio, nel tennis. La settimana positiva di Pechino può aprirmi altre porte”. Sul prossimo best ranking in carriera aggiunge: “La storia la conosco, però andare oltre i risultati degli altri non mi dice niente. Non mi interessano i paragoni con il passato, cioè: voglio diventare forte io, Jannik Sinner, la sfida è con me stesso e la storia la costruisco per me, per nessun altro. Poi vedremo quanto oltre i miei limiti riuscirò a spingermi. Sono impegnato a conoscere il mio cervello, ma serve tempo. Le settimane dopo New York le ho investite anche sulla mia testa e a Pechino spero si sia notato. A Montecarlo lavoro con Formula Medicine: è un modo diverso di allenare la mente. Proverò a riprodurre il modello a Shanghai, che sarà un test importante, sperando che Pechino non sia stato solo un caso”.