Secondo Brunello Fattoria dei Barbi, poi Tignanello (5) e Saffredi (8)

Milano, 11 nov. (askanews) – E’ il “Cabernet Sauvignon Oakville Double Diamond 2019” della cantina della Napa Valley, Schrader Cellars, il “Wine of the Year” dell’ambita “Top 100” di Wine Spectator, la classifica dei cento migliori vini del mondo stilata ogni anno dalla celebre rivista statunitense.

“Il nostro vino dell’anno è la risposta più convincente alla questione del valore del Napa Cabernet, con un prezzo ben al di sotto della soglia d’ingresso a tre cifre per i migliori Cabernet Sauvignon di questa zona, e proviene da Schrader Cellars, una delle cantine i cui imbottigliamenti di punta si attestano sui 475 dollari e il cui enologo, Thomas Rivers Brown, è riconosciuto come uno dei migliori della Napa Valley” si legge, tra l’altro, nel commento di Wine Spectator, che sottolinea come l’etichetta vincitrice “segua la tradizione bordolese del secondo vino: è nato nel 2001, quando la famiglia Schrader si è trovata ad avere bisogno di un vino della casa per intrattenere grandi feste o per altri contesti in cui le cuvée di piccola produzione non sarebbero state sufficienti”. “Dopo l’acquisizione del marchio nel 2016 da parte di Constellation, questo Cabernet è diventato un’opportunità per includere altri frutti provenienti dal considerevole arsenale di vigneti del gruppo Usa”.

Per quanto riguarda i vini italiani, ottimo secondo posto per il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi, seguito tra i “primi dieci migliori vini del mondo” da altri due toscani: il “super tuscan” Tignanello 2019 di Antinori al quinto posto, e il maremmano Saffredi 2019 di Fattoria Le Pupille all’ottavo. Curiosamente al quinto e all’ottavo posto, l’anno scorso si classificarono rispettivamente il Brunello di Montalcino 2016 di Le Chiuse e il Barolo Bricco Boschis 2016 di Cavallotto, unici due italiani nella “Top 10” 2021.

Gli altri vini entrati nella ristretta cerchia dei primi dieci del 2022, sono al terzo posto lo Chardonnay Napa Valley Hyde Vineyard 2019, al quarto lo Château Talbot St.-Julien 2019, al sesto il Cabernet Sauvignon Oakville The Estates 2019 di Robert Mondavi, al settimo lo Châteauneuf-du-Pape 2019 di Château de Beaucastel, al nono il Cabernet Sauvignon Columbia Valley 2018 Quilceda Creek 2018 e in chiusura lo champagne Cristal 2014 di Louis Roederer, la bottiglia con il prezzo più elevato (359 dollari) indicato tra quelli nella “chart” Usa.

La conquista del secondo posto da parte del famoso Brunello è stata salutata con entusiasmo dal presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, che ha dichiarato “siamo doppiamente contenti di questo riconoscimento perché va a una delle aziende fondatrici del Consorzio, Fattoria dei Barbi, che ha fatto la storia del Brunello di Montalcino”. “Non finiremo mai di ringraziare la famiglia Cinelli Colombini, a partire da Stefano – ha concluso – da sempre impegnato nel tenere viva la memoria e la tradizione di una denominazione che negli anni è diventata un simbolo dell’enologia mondiale”.

Il titolo di “Wine of the Year” l’Italia se lo è aggiudicato solo quattro volte e sempre con etichette toscane: l’ultima volta fu nel 2018 con il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido.

Gli altri 90 vini che completano la “Top 100” saranno svelati dal periodico Usa il 14 novembre.

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